Flex, calano gli ordini: allarme dei sindacati su possibili tagli

Si riaccende la vertenza Flex, azienda produttrice di materiali
elettronici, dove torna l’allarme occupazione. I sindacati infatti
temono tagli del 15% e in attesa che la Regione risponda alle
sollecitazioni sindacali, se non ci sarà  ascolto da parte
istituzionale, Fiom, Fim, Uilm e Usb sono pronte a scendere in
piazza. Le quattro sigle rappresentative all’interno della Flex, sono
decisamente preoccupate: la cassa integrazione Covid è prolungata
fino al 31 marzo e ad alcuni lavoratori interinali non è stato
rinnovato il contratto di “staff leasing”.
Cresce quindi il
timore che la flessione dei carichi di lavoro si faccia sentire sugli
organici dello stabilimento, soprattutto a detrimento dei lavoratori
“somministrati” che sono un centinaio, mentre i dipendenti
diretti sono circa 500. L’incontro di giovedì scorso, per la Fiom
presente Marco Relli, non si è rivelato incoraggiante: Flex ha
comunicato che un cliente si è defilato mentre anche gli ordinativi
Enel sono in calo. I sindacati sigle paventano che il 15% di
flessione divenga il parametro percentuale per sfoltire l’organico di
90-100 posti, un numero che coincide pericolosamente con quello dei
lavoratori interinali. Fiom, Fim, Uilm e Usb pretendono dunque che
gli interinali lasciati a casa vengano immediatamente reintegrati.