Sindacati della sanità  sul piede di guerra: troppi straordinari, pochi fondi

A fronte di una carenza ormai storica di personale nel lato triestino di Asugi, i controlli imposti con tamponi sulle persone di rientro da Grecia, Spagna, Malta e, soprattutto, Croazia, hanno comportato che siano previsti turni extra per gli operatori sanitari. Per questo in tempi brevi potrebbe essere proclamato lo stato di agitazione del personale del comparto sanitario di Asugi, se dai vertici dell’Azienda e dalla Regione non ci sarà  l’impegno a garantire le risorse per gli straordinari. Lo hanno annunciato Cgil Fp, Cisl Fp e Fials-Confsal.
A spiegare la difficile situazione, Virgilio Toso, segretario provinciale della Cgil Fp: «Esiste una carenza storica di personale nel lato giuliano di Asugi, a cui si sopperisce aumentando i turni di lavoro. Dall’inizio della pandemia Covid a Trieste abbiamo avuto 1.500 contagi, circa il 40% di tutto il Fvg. Nella fase due bisogna recuperare l’arretrato dell’attività  sospesa da marzo a giugno e ora si aggiungono i tamponi. Il Fvg, inoltre, a differenza di altre Regioni, non è intervenuta per impedire eventi che radunano numerose persone con il relativo aumento dei rischi. Il sistema non può reggere e non abbiamo garanzie sulle coperture economiche del comparto. Il direttore di Asugi, Antonio Poggiana, deve farsi garante sui fondi e se ciò non dovesse avvenire siamo pronti a proclamare lo stato di agitazione». 
Categorica anche Francesca Fratianni della Cgil Fp: «Parlano di nuove assunzioni, abbiamo chiesto di avere un quadro tra ingressi e uscite, non abbiamo mai avuto risposte. Nell’area emergenza mancano dieci infermieri e la formazione richiede sei mesi. Abbiamo del personale molto capace, ma senza programmazione è difficile andare avanti in quanto i colleghi sono stanchi e fanno più ore dell’orologio. Sono finite anche le risorse per i turni aggiuntivi, difficile capire come andare avanti».