L’interessa di Hera per il polo veneto, l’allarme dei sindacati: «In discussione occupati, indotto, tariffe e servizi»

La manifestazione di interesse non vincolante presentata giorni fa da Hera per conquistare il ruolo di partner industriale della nascente multiutility del Veneto potrebbe avere importanti ricadute in Friuli Venezia Giulia dove a Trieste, Udine e Gorizia fino a Padova si concentrano le attività  di AcegasApsAmga. Cgil e Cisl infatti contestano il metodo seguito da Hera e manifestano forte preoccupazione per le ricadute sul territorio triestino, se la partita con Verona e Vicenza prenderà  la piega annunciata. In particolare Virgilio Toso e Fabrizio Zacchigna della Cgil si chiedono che fine faranno gli 89 milioni di “ricchezza distribuita” annua a Trieste tra stipendi, dividendi, aziende dell’indotto, tasse e tributi? E lo chiederanno quanto prima a Roberto Dipiazza e, se del caso, al governatore Massimiliano Fedriga. Zacchigna stima che – qualora alla nuova utility veneta vadano le attività  di cui si è parlato (rifiuti, termovalorizzatore, distribuzione elettricità  e gas) – a Trieste i due terzi degli asset e i due terzi del personale (circa 350 addetti) “migrerebbero” verso la nuova destinazione, a guarnire quel 33% previsto dall’eventuale accordo. Ai presidi triestini della “vecchia” AcegasApsAmga resterebbero il ciclo idrico (rete e fogne), la pubblica illuminazione. Dal punto di vista degli organici, Acegas verrebbe spolpata a 250 dipendenti.