Fase 2, a Trieste preoccupa lo stato del servizio sanitario

Sulla fase 2, il segretario della Cgil di Trieste Michele Piga ha rilasciato la seguente nota:
La fase due è alle porte. L’orientamento che emerge dal governo è
che il 4 maggio vedremo l’allentarsi delle misure di distanziamento
sociale ed una progressiva riapertura delle attività  economiche e
sociali. Vi sono le esigenze economiche di ripresa dalla crisi più
grave dal dopoguerra, le esigenze sociali dopo mesi di isolamento e
le preoccupazioni per la salute pubblica. Coniugare
questi elementi in un’ottica generale di equilibrio di queste
esigenze è compito della politica che deve mettere in fila le
priorità  che riassumo per punti.
1. salvaguardia
della salute pubblica
2. adozione di
attente attività  di prevenzione e di protezione
3. un adeguato
sistema di vigilanza, controllo e verifica degli andamenti
epimediologici e delle misure adottate.
Ovviamente il perno
centrale su cui ruotano questi punti sono le aziende sanitarie, con
tutte le ramificazioni, con tutti i rapporti e le sinergie necessarie
sul territorio, siano esse istituzionali che sociali. Per affrontare
quindi senza rischi di ritorni di epidemia la fase della riapertura
diventa centrale nella
discussione il punto dello stato dei servizi sanitari.
Ormai è chiaro che
in regione vi sia una questione Trieste che va affrontata fino in
fondo per non rischiare di buttare a mare i tanti sacrifici a cui
tutti siamo stati chiamati.
La provincia è
rappresentata per il 90% dal comune di Trieste, città  più anziana
d’Italia con il 28,4% di ultrasessantacinquenni e con una densità  di
2400 abitanti per chilometro quadrato. Il mercato del lavoro è
caratterizzato per l’85% di attività  legate al terziario con un alta
mobilità  sul territorio e con una connessione con la vita sociale
molto elevata.
I dati che emergono
sul servizio sanitario preoccupano non poco: 1000 e più operatori
sanitari in sorveglianza sanitaria, più di 100 operatori contagiati,
molteplici reparti contaminati e moltissime case di riposo con
contagi, adozione di misure fantasiose come il ricorso alla nave
ospedale.
I tempi stringono e
per poter affrontare con una certa serenità  la ormai prossima
riapertura il direttore generale della Asugi e l’assessore alla
salute devono garantire e rassicurare i seguenti punti:
1. la salute e
sicurezza degli operatori sanitari
2. la salute dei
pazienti degli ospedali e delle case di riposo
3. la ripresa delle
attività  dei distretti territoriali
4. un adeguato
sistema di prevenzione e salute pubblica
5. un adeguato
servizio di vigilanza nei luoghi di lavoro