Emergenza Covid a Cattinara, la Cgil attacca l’Asugi: «Inaccettabile»

Dopo l’esplosione dell’emergenza coronavirus all’ospedale di
Cattinara, con la chiusura del reparto di Medicina d’urgenza, la
Cgil si scaglia contro i vertici dell’Azienda sanitaria,
denunciando le inadeguatezze organizzative, i troppi operatori
contagiati, i dispositivi di protezione insufficienti e ribadendo
ancora una volta la mancanza di confronto.
Forte la preoccupazione di Virgilio Toso della Fp
Cgil: «Esprimiamo forte preoccupazione per la gravità  di
quanto recentemente accaduto alla Medicina d’urgenza di Cattinara.
Sono in aumento i pazienti positivi provenienti da quel reparto, ai
circa 90 operatori sanitari ad oggi contagiati a Trieste secondo
Asugi ne andranno dunque aggiunti altri, portando i contagi a
superare le cento persone. Dato che si discosta in maniera
significativa dai numeri di altre Aziende del Fvg che rimangono molto
contenuti: fino alla scorsa settimana, 26 contagiati in Friuli
centrale, 40 in Friuli orientale e nessuno a Gorizia. Sono dati della
Direzione centrale Salute: per quale ragione c’è questa differenza?
È inaccettabile che ad oltre due mesi dall’inizio dell’emergenza non
si riesca a garantire all’ospedale la sicurezza necessaria e che
pazienti in condizioni di salute anche gravi vengano a trovarsi in
potenziale pericolo di vita».
Anche il segretario
provinciale di Trieste Michele Piga e il segretario dello Spi Adriano
Sincovich denunciano la situazione: «L’emergenza riguarda la vita di
centinaia di persone ospitate nelle case di riposo. I sindacati
denunciano l’assenza di confronto da parte di Asugi: i gruppi di
lavoro promessi sulle residenze non si sono concretizzati e non si
hanno risposte su cosa si stia facendo per la sicurezza degli
operatori. Le notizie sulla contaminazione di tre strutture
ospedaliere non fanno che confermare le preoccupazioni sulla non
adeguatezza delle misure assunte e sulla gestione dei protocolli
organizzativi. Appare inoltre sempre più evidente come la rete dei
servizi agli anziani in provincia di Trieste manifesti una
distorsione strutturale che necessita da subito di profondi
cambiamenti».