Ferriera, futuro oscuro per i lavoratori in somministrazione

La Nidil Cgil di Trieste apprende con molta preoccupazione che le
prospettive per il futuro lavorativo dei lavoratori in
somministrazione in missione presso Acciaieria Arvedi diventa
estremamente oscuro e, ancora una volta, privo di ogni garanzia reale
che tuteli l’intera categoria e le relative famiglie. È di ieri la
dichiarazione apparsa negli organi di stampa locali dell’assessore
Scoccimarro, il quale conferma in pieno le preoccupazioni e le
posizioni espresse già  da parecchi mesi dalla Camera del Lavoro di
Trieste e dalla Fiom Cgil, che sollevavano criticità  in merito
all’opportunità  relativa alla firma di un accordo con la proprietà 
Arvedi per la chiusura dell’area a caldo della Ferriera di Servola
antecedente alla firma definitiva dell’accordo di programma nel quale
fossero contenute le necessarie garanzie occupazionali e di
riconversione dell’area soggetta a chiusura. E ricordiamo che i
lavoratori somministrati sono sempre stati ricompresi in quello che
oggi è risultato essere stato un mero slogan politico: “Esuberi
Zero!”.
I nostri timori, a
seguito anche di una videoconferenza avvenuta qualche giorno fa con
l’assessore al lavoro Rosolen, trovano quindi conferma. La Giunta
regionale, nonostante l’impegno per la ricollocazione dei
lavoratori, non prospetta e garantisce ad oggi le garanzie
occupazionali che andava sbandierando mesi fa al momento del
referendum predisposto in azienda.
Il gruppo Arvedi
conferma che non sono previste ulteriori proroghe contrattuali per i
lavoratori in somministrazione e che la proposta su CSN di S. Giorgio
di Nogaro non ha avuto nessun seguito, svanendo del tutto dalle
trattative e svelando un dato di fatto: ovvero oggi l’azienda ha
richiesto la copertura della CIG per Covid-19 utilizzando soldi
pubblici e continuando a giocare liberamente sul futuro dei
lavoratori e delle lavoratrici.
Ci chiediamo e
richiediamo al ministro Patuanelli, che nel pieno svolgimento del
referendum svolto in azienda paventava la garanzia di ricollocazione
per eventuali esuberi presso Fincantieri, che fine abbia fatto tale
ipotesi di accordo e, laddove la stessa abbia ad esistere, se
rappresenti una possibile opzione per i lavoratori della
somministrazione. Il tempo sembra
confermare giorno per giorno che le criticità  e i dubbi sollevati
dalla Camera del lavoro, dalla Fiom e dal Nidil Cgil erano fondati e
riconducibili senz’altro ad una vicend comunque complessa ma che,
non poteva avere come punto di partenza la chiusura di un’area
industriale senza aver prima in ” tasca “ un piano di accordo
attuativo della salvaguardia occupazionale di tutti i lavoratori.
Chiediamo pertanto
alla Giunta regionale e ad Arvedi di dare certezze e garanzie al
futuro di quei lavoratori e delle loro famiglie che tra tre settimane
si troveranno senza lavoro, evitando strumentalmente di utilizzare la
vergognosa scusa dell’emergenza sanitaria per l “˜assenza di una
soluzione che avrebbe dovuto esser sciolta già  tempo fa.
Nicola Dal Magro
Segretario generale
Nidil Cgil