“Gli anziani non escano, però serve l’impegno di tutti per salvarli dall’isolamento”

«Invitiamo tutti i pensionati e gli anziani ad attenersi
coscienziosamente alle indicazioni dei decreti approvati dalla
presidenza del Consiglio, evitando o limitando solo alle esigenze
improrogabili le uscite da casa, nell’interesse proprio, in quanto
siamo la fascia più esposta al rischio contagio e alle conseguenze
più gravi del virus, e degli altri». Questo l’appello lanciato
dalla segreterie regionali dei sindacati pensionati del Friuli
Venezia Giulia, che invitano comunque gli anziani e tutta la
cittadinanza a guardare con fiducia all’evolversi della situazione:
«Con la collaborazione e l’impegno di tutti ““ dichiarano i
segretari regionali Roberto Treu (Spi-Cgil), Renato Pizzolitto
(Fnp-Cisl) e Magda Gruarin (Uilp-Uil) ““ siamo certi che il rigore
delle misure messe in campo dal Governo e dalla Regioni, unito allo
straordinario impegno di chi affronta in prima linea questa
emergenza, a partire dai lavoratori della sanità  pubblica, ci
consentiranno di superare questa difficilissima fase e di
ripristinare nell’arco di poche settimane normali condizioni di vita
e di lavoro».
Ma gli anziani,
sottolineano i sindacati dei pensionati, «non possono essere
lasciati soli di fronte a un’emergenza che oggettivamente aggrava il
rischio di isolamento e complica la vita e le modalità  di assistenza
sanitaria sia domiciliare sia, soprattutto, nelle case di riposo,
soggette a giuste quando dure restrizioni non solo all’intervento dei
lavoratori, ma anche nelle viste di familiari, amici e conoscenti».
Da qui il «pressante invito» che Treu, Pizzolitto e Gruarin
rivolgono a tutti, Regione, aziende e distretti sanitari, ambiti
socio assistenziali, comuni, responsabili delle case di lavoro
pubbliche e private a «individuare, pur nella ferma e rigorosa
applicazione delle regole imposte dall’emergenza, a partire dalla
dotazione degli operatori socio-sanitari e degli assistiti degli
indispensabili dispositivi di protezione individuale e dalla
sanificazione degli ambienti, tutte le soluzioni organizzative che
possano contribuire ad alleviare la situazione di isolamento degli
anziani». Se da un lato, quindi, «vanno definiti i tempi per il
potenziamento dei reparti di terapia intensiva, e definite nuove aree
per ospitare e assistere i contagiati, ad esempio i piccoli ospedali
che sono stati depotenziati, vanno contemporaneamente elaborate
strategie per favorire e migliorare le relazioni con l’esterno,
incentivando il ricorso a videochiamate, chat, la collaborazione con
le reti del volontariato e dell’associazionismo».
L’auspicio è che
l’emergenza in atto «possa essere l’occasione per progettare e
applicare, non solo nelle strutture residenziali ma anche nell’ambito
dell’assistenza domiciliare, nuove soluzioni organizzative e nuove
forme di sinergia tra operatori, ospiti, familiari e volontari». Una
sfida che i sindacati lanciano anche alla Regione, esortata a mettere
in pratica gli obiettivi dell’ultima legge di riforma sanitaria, che
punta ad attuare, «attraverso il rinvio al più flessibile strumento
dell’atto amministrativo, le scelte di carattere organizzativo più
opportune anche in relazione alla conoscenza maggiormente
approfondita delle singole realtà , con risposte puntuali e
tempestive in contesti emergenziali». Risposte la cui efficacia
richiede non solo  nuove misure straordinarie come il
rafforzamento delle terapie intensive, per scongiurare l’inacettabile
ipotesi che qualcuno possa essere escluso sulla base di criteri di
età  o di salute, ma anche scelte coerenti e tempi certi sul fronte
delle assunzioni, indispensabili non soltanto in un contesto di
emergenza, e di potenziamento dei presidi socio-sanitari sul
territorio, vera chiave di volta per una riforma capace di rispondere
al fabbisogno di assistenza della popolazione e nel contempo di
garantire la sostenibilità  del sistema».