La Cgil: con il decreto sicurezza si tagliano diritti e posti di lavoro

Netta la posizione della Cgil sul decreto Sicurezza,  il provvedimento del governo voluto dal vice presidente del Consiglio Matteo Salvini. Il segretario provinciale della Cgil, Michele Piga, spiega: «Si tratta di una misura che comporterà  sia pesanti conseguenze sociali, con crescenti difficoltà  nella convivenza civile, sia economiche, perché molte persone oggi ben inserite nel tessuto produttivo finiranno per essere emarginate e costrette a cadere nel nero. Questo decreto, unito alla riformulazione delle regole dei bandi di concorso per l’accoglienza comporterà  importanti problematiche sui territori, a Trieste in particolare. Assisteremo a un’esplosione del lavoro nero, a causa di un forte restringimento sui diritti alla residenza. Tutto questo, senza pensare alle conseguenze economiche. I finanziamenti per l’accoglienza garantivano servizi a più di un migliaio di persone, ai quali si dedicavano finora più di 200 addetti, per i quali adesso il futuro professionale si presenta per lo meno incerto. Pensiamo anche ai contratti d’affitto che non potranno più essere stipulati con persone che avranno perso il diritto alla residenza».
Sulla stessa linea Virgilio Toso, della segreteria Cgil: «Il decreto sicurezza è un provvedimento che parte da considerazioni ideologiche e non dall’analisi della realtà . Molte persone perderanno il diritto alla richiesta di asilo e nascerà  la categoria dei cosiddetti “invisibili”. Avremo gente che gira per strada e rientrerà  nel gorgo del lavoro nero o peggio nella criminalità  organizzata. Le persone non si cancellano per decreto. Lo Sprar ha operato bene in città , infatti non c’è stato alcun aumento della criminalità  a Trieste. Verranno a mancare circa cinque milioni di ricadute sull’economia locale. Ricordiamo fra l’altro che questo decreto va proprio contro gli italiani che lavoravano nel sistema dell’accoglienza». 
Sabato 16 marzo, contro il decreto sicurezza si è svolta anche una partecipata manifestazione in piazza Unità  da parte degli operatori dell’accoglienza, con una protesta sotto la Prefettura. Circa 200 i posti a rischio in città  causa il decreto, che  prevede un taglio del 40% delle risorse per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati.