Armi ai vigili urbani, la contrarietà  dei sindacati

L’iter per arrivare a dotare di armi i vigili urbani, come annunciato dal vicesindaco del Comune di trieste Pierpaolo Roberti, segna un’accelerazione. Ma le sigle della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil ribadiscono la loro contrarietà  in una nota, diramata dopo un’assemblea a cui hanno partecipato 80 agenti: «All’unanimità  (c’è stato un solo astenuto) è stata votata la contrarietà  all’armamento della Polizia locale di Trieste e all’estensione del servizio sulle 24 ore, ribadendo così l’esito del referendum effettuato dalla Cisl nel 2008». 
Cgil, Cisl e Uil adesso sono riunite in una vertenza sindacale che intende «mettere in discussione l’opportunità  di estendere il provvedimento ai poliziotti attualmente in servizio, nonché il modo di agire dell’amministrazione comunale che pare intenzionata a stringere i tempi verso l’acquisto di 100 pistole e l’individuazione di chi dovrà  farne uso». Le organizzazioni sottolineano di non essere state informate del lavoro della commissione e dei preparativi in corso al comando della Polizia locale. Nel bisogno di chiarire i diritti ed i doveri degli operatori, nonché l’opportunità  di armare il corpo di Polizia locale, i tre sindacati hanno ricevuto un «massiccio mandato» ad agire da parte degli operatori e chiederanno un incontro con i capogruppo consiliari, riservandosi, se necessario, «ogni successiva azione di protesta». 
In particolare Serena Miniussi della Cgil sottolinea come la dotazione delle armi sovraespone dei lavoratori che non sono certo stati arruolati per questo. «All’assemblea era presente la quasi totalità  degli agenti che lavorano su strada  – spiega la sindacalista -. L’assemblea ha fatto emergere due criticità . Primo, gli agenti non sono d’accordo sull’estendere l’orario di operatività  a 24 ore, eliminando la chiusura notturna che oggi va dalle 2 alle 7 di mattina. La legge regionale 10 del 2016 in materia di ordinamento della polizia locale prevede infatti, ed ecco il secondo neo, l’armamento degli agenti nel caso in cui l’orario di servizio vada a coprire, su diversi turni, l’intero arco delle 24 ore. Questi lavoratori sono stati assunti con procedure concorsuali che prevedevano un certo tipo di funzioni e di orario di svolgimento del servizio. Tanto per dirne una, sono stati ammessi al concorso anche gli obiettori di coscienza che sono per loro natura contrari all’utilizzo delle armi. Non vediamo perché alle donne non possa essere chiesto se sono d’accordo o meno sull’uso delle armi… E poi, da quanto è emerso, nessuno di loro ha alcuna volontà  di utilizzare un’arma. In generale, a Trieste, l’età  media degli agenti è elevata. Riteniamo dunque doveroso che l’amministrazione comunale sia fin da ora consapevole del parere contrario emerso dall’assemblea e che valuti, nel caso intenda proseguire verso l’armamento della polizia locale, alcuni percorsi di uscita dai servizi operativi per dare la possibilità  a quanti non vogliono utilizzare la pistola di essere inseriti nei ruoli amministrativi del corpo. Inizialmente siamo stati esclusi dalla commissione consultiva, poi alcuni dei nostri sono riusciti a entrare come rappresentanti per monitorare la situazione. Nel momento in cui si istituisce una commissione di questo tipo, crediamo ci sia qualcosa di molto concreto, al di là  della propaganda».