Esposti all’amianto, pressing della Cgil sulla politica

(da Il Piccolo) Riaprire
i termini per permettere ai lavoratori esposti all’amianto della provincia di
Trieste, che non l’avessero ancora fatto, di richiedere all’Inps le
maggiorazioni previdenziali previste dalla legge 257 del 1992. Questa la forte
richiesta avanzata ieri dalla Cgil di Trieste.
Com’è noto, il beneficio
previsto da tale normativa consiste nella possibilità , ai fini pensionistici, di
moltiplicare per il coefficiente di 1,5 gli interi periodi lavorativi di
esposizione a inalazione di fibre di amianto, per i lavoratori che siano stati
esposti all’amianto per un periodo superiore a dieci anni. In altre parole, chi
ha lavorato essendo esposto all’amianto per dieci anni si può vedere
riconosciuto un periodo valido ai fini pensionistici pari a quindici anni. Per
ottenere questo risultato, però, è indispensabile poter disporre di una
certificazione che viene emessa dall’Inail (Istituto nazionale Assicurazione
infortuni sul lavoro) che garantisca il possesso dei requisiti necessari.
«Ci
sono molti lavoratori – ha spiegato ieri Michele Piga, segretario provinciale
della Cgil – che non hanno ancora provveduto a formulare tale domanda all’Inail
e rischiano perciò di rimanere esclusi dal beneficio, nonostante ne abbiano
diritto. Il termine per farlo è stato fissato per il prossimo 16 settembre
(cioè fra poco più di un mese, ndr). C’è perciò un forte rischio – ha precisato
– che in molti non facciano in tempo. Ecco perché chiediamo ai parlamentari del
Friuli Venezia Giulia di impegnarsi affinché si provveda a riaprire, per
ulteriori 180 giorni, la finestra per poter presentare la documentazione
necessaria per ottenere il beneficio indicato».
Piga ha ricordato che «Trieste
presenta un tasso di mortalità  causato dall’esposizione all’amianto più elevato
rispetto alla grande maggioranza dei Comuni italiani, perciò sei mesi di
proroga ci sembrano giusti. Da nostre verifiche – ha proseguito il segretario provinciale
della Cgil – risulta che circa mezzo migliaio di persone in provincia non abbia
ancora potuto formulare questa richiesta. Dal 2010 al 2016 a Trieste si sono
ammalate 686 persone, in un contesto di crescita di patologie – ha insistito il
sindacalista cigiellino, citando il dato relativo all’arco temporale appunto di
sei anni – che contrasta con il panorama nazionale, dove invece le conseguenze
dell’esposizione all’amianto sono in calo. Molte aziende – ha concluso Piga –
non hanno mai comunicato ai loro lavoratori che esisteva un rischio amianto,
abbiamo perciò avviato nuove procedure di verifica per capire se e dove ci
siano diritti non tutelati».