Tre giorni di festa e dibattiti per la Cgil di Trieste a Prosecco

Porto
e industria, Sanità  pubblica, Rigenerazione urbana: queste le parole
d’ordine della Tre Giorni di festa della Cgil di Trieste, che r
iprende
dopo la pandemia e si terrà  a Prosecco (Kulturni Dom – Casa delle Culture). Da giovedì 7 fino a sabato 9 luglio sarà  una tre
giorni in cui si discuterà  su vari temi, ma non mancheranno ovviamente i
momenti conviviali: a pranzo così come a cena saranno aperti i chioschi
con bevande e cucina tipicamente nostrane; tutte e tre le serate, a
partire dalle ore 20, si apriranno le danze sulle note dei gruppi
musicali ospiti. Per quanto riguarda i dibattiti, quello su porto e industria si terrà  g
iovedì 7 luglio dalle 18.00, quello sulla sanità  pubblica  venerdì 8 luglio dalle 16.30, quello sulla rigenerazione urbana sabato 9 luglio dalle 10.00.
«Un
appuntamento che per noi è di assoluto rilievo – spiega il
segretario provinciale Michele Piga – in quanto l’iniziativa, di cui
si sono svolte molte edizioni nel passato, riprende dopo la pandemia
e rappresenta un momento di riflessione sui problemi della città . Il
tema della guerra è centrale, ma vanno affrontate le problematiche
di natura economica che questa situazione comporterà , soprattutto a
carico delle fasce più deboli della popolazione».
Piga ha
sottolineato che «la f>unzione
della Cgil è di intervenire su questi nodi, occupandosi in
particolare dei servizi che lo Stato può e deve garantire a tutti.
In autunno ci sarà  il congresso della Cgil, perciò bisogna
approfondire vari aspetti della vita a Trieste, con specifico
riferimento al tema dell’assistenza sanitaria».
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, Piga ha detto che «da
parte dell’amministrazione comunale si continua a parlare, in maniera
surreale, solo del turismo, dimenticando le grandissime difficoltà  e
le incertezze che emergono dal tessuto industriale e produttivo. Il
territorio è molto fragile in questa fase. La proposta che faremo
guarda al porto, perché se i traffici sono in incremento, allora lo
scalo può diventare il volano per l’intera economia locale. Sul tema
della rigenerazione urbana bisogna pensare ai rioni e ai servizi,
mentre sentiamo parlare di progetti faraonici, come l’ovovia. Bisogna
invece coinvolgere i cittadini nelle scelte che li riguardano. Dal
1980, cioè da quando è iniziata la deindustrializzazione della
città , assistiamo a un pesante calo anagrafico, soprattutto nella
fascia di età  lavorativa e questo è un dato molto preoccupante».