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07/06/2022

Un progetto per ripensare la Trieste del futuro

Cgil, Fillea, Spi-Cgil e Sunia di Trieste hanno promosso un convegno dedicato alla presentazione della piattaforma sulla rigenerazione urbana, progetto col quale si intende ripensare le città del futuro, tenendo conto delle rinnovate necessità dei cittadini, della riconfigurazione del rapporto tra città e periferie, del ruolo del verde, inteso come infrastruttura di salute pubblica, e dell'importanza di mettere in campo nuovi modelli di partecipazione delle persone alle scelte politiche.
Fra i temi toccati è mersa la necessità di ristabilire un valido equilibrio tra la crescente domanda di bisogni sociali e le risposte, che devono tradursi in servizi, tra i rischi e la prevenzione, tra l'usura dei manufatti e la manutenzione, tra il consumo del suolo e il reale fabbisogno abitativo. E ancora, tra la proprietà come diritto e il dovere di valorizzarla, tra lo spreco e la riqualificazione urbana e del territorio. Si è parlato anche di infrastrutture, sostenibilità ambientale ed energetica, innovazione digitale e tecnologica, qualità delle imprese e della filiera dei materiali, occupazione e qualità della vita. Il tutto alla presenza di rappresentanti della Confederazione nazionale dell'artigianato (Cna), di numerose forze politiche e realtà sociali, Legambiente, Associazione Zeno, Comitato difesa pineta di Cattinara e Comitato no ovovia. Riguardo all’ovovia e alla pineta di Cattinara, ripetuti i richiami alla «scarsa lungimiranza della quasi totalità delle operazioni inerenti l'urbanistica e la viabilità, che sta caratterizzando l'opera del Comune».
Michele Piga, segretario della Cgil di Trieste, ha affermato che «l'approccio del sindacato è di carattere politico e culturale. Mette al centro i bisogni dei lavoratori e dei cittadini, a partire da salute, istruzione e lavoro. Le persone devono beneficiare dei vantaggi della transizione ecologica e digitale dell'innovazione dei processi produttivi. Dobbiamo partire dalle domande, non dalle offerte». Massimo Marega, segretario della Fillea, ha detto che «il futuro del Paese passa per il lavoro di qualità, al servizio di un modello di economia circolare, resiliente e sostenibile sotto il profilo ambientale. La nostra idea abbisogna della trasformazione dei rapporti produttivi, con un'idea di società e di sviluppo».