Allarme dei sindacati: Flex, a rischio 280 posti

Alla Flex c’è il serio rischio di 280 licenziamenti. L’allarme arriva da Fiom Cgil, Uilm e Fim Cisl, che esprimono la loro preoccupazione e annunciano lo sciopero generale a partire da oggi. Dopo indiscrezioni circostanziate in seguito a una riunione che si è tenuta a Roma tra i rappresentanti della Flex e i funzionari del ministero dello Sviluppo economico (al tavolo ha preso parte anche l’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen) ai sindacati sono arrivate notizie di un maxi esubero, accompagnato da una possibile delocalizzazione produttiva in Romania. Una cosa che se confermata rappresenterebbe un disastro sul piano occupazionale. Lo stabilimento di Strada al Monte d’oro, dove si producono materiali elettronici (dal 2015 l’impresa fa capo alla multinazionale statunitense Flextronics), è da tempo in difficoltà , ma di queste proporzioni di tagli non si era mai parlato. Alla Flex lavorano 460 diretti e 85 interinali: una riduzione di 280 addetti è praticamente metà  azienda. «Abbiamo appreso che si è svolto al Mise un incontro tecnico tra la direzione di Flex, il ministero e le istituzioni locali – dice la nota di Fim, Fiom e Uilm – da indiscrezioni trapelate attraverso fonti governative, Flex avrebbe annunciato circa 200 esuberi diretti e 80 interinali. Fim, Fiom e Uilm si oppongono in maniera assoluta contro qualsiasi ipotesi di esubero. Allo stesso tempo chiedono l’immediata convocazione del tavolo ministeriale e il supporto di tutte le istituzioni per scongiurare l’apertura di una tra le crisi più gravi del nostro territorio negli ultimi vent’anni». I sindacati hanno indetto lo sciopero immediato e hanno convocato un’assemblea già  per oggi. Lo stato di agitazione, quindi, è già  in corso. 
Da inizio aprile l’impresa era in cassa integrazione ordinaria con il 35% dei dipendenti. Il periodo è scaduto in questi giorni. «Ci attiviamo immediatamente con i lavoratori per mettere in campo ogni azione possibile – spiega Marco Relli, segretario provinciale Fiom Cgil -. Inoltre chiederemo un tavolo istituzionale con l’azienda per approfondire quanto emerso dalla riunione con il ministero».