Vaccini, i disagi organizzativi pesano sugli anziani triestini

Le carenze organizzative della campagna vaccinale in Friuli Venezia
Giulia stanno mettendo in seria
difficoltà  i cittadini, e in particolare gli anziani
ultraottantenni.
Il Coordinamento
Welfare della CGIL di Trieste evidenzia l’assenza di programmazione e
coordinamento da parte della Regione e dell’Azienda Sanitaria. A fronte degli
obiettivi nazionali di decongestionamento delle attività  ospedaliere
– in particolare delle
terapie intensive – e di ripresa della vita economica, il piano messo in campo dalla
Regione non risponde in nessun modo alla tutela della salute pubblica. In primis perché
non esiste un piano regionale di vaccinazione, in secondo luogoperché la
designazione d ei beneficiari non tiene in  considerazione delle
condizioni di vita delle
persone.
Gli anziani non
autosufficienti che non possono raggiungere l’hub di Porto Vecchio sono
abbandonati a loro stessi, e le loro necessità  sono legate alla presenza di
associazioni di volontariato che non possono però farsi carico del problema nel suo
complesso. Non basta un solo centro vaccinale, non basta un unico punto di
accesso, e tanto meno un numero unico per le prenotazioni. Allo stesso tempo
c’è un tema di trasparenza: non c’è comunicazione tra istituzioni, parti
sociali e cittadini.
Questo rappresenta non solo un problema tecnico
organizzativo, ma anche una grave carenza in termini di democrazia. Dal 24 gennaio, data di avvio della campagna, come evidenzia Adriano Sincovich,Segretario SPI Cgil
e Coordinamento Welfare “siamo stati contattati da decine di persone che non
sanno letteralmente cosa fare, riceviamo ogni giorno segnalazioni di disagio.
Percepiamo uno smarrimento a cui bisogna dare risposte”.
L’auspicio è che
nel corso del prossimo tavolo tra CGIL, CISL, UIL e Asugi – in programma il
prossimo 14 aprile – emergano le linee guida per dare soluzioni a chi in questo momento
vive una situazione di disagio. In quella sede, la
CGIL di Trieste ribadirà  con forza l’importanza di dedicare un’attenzione
ulteriore agli anziani, di strutturare un intervento tempestivo per
chi è impossibilitato a
muoversi da casa, e soprattutto rafforzare i distretti sanitari dal punto di vista
organizzativo e del personale. “La presenza di un piano regionale avrebbe una ricaduta positiva sulla disponibilità  di vaccini, andrebbe
nella direzione di tutelare gli anziani garantendo la salute pubblica e allo
stesso tempo la ripresa attività  economiche. Non è possibile che siamo ad aprile e ancora è stato fatto poco in questo senso” sono le parole del segretario generale della CGIL di Trieste Michele Piga.